søndag 29. april 2012

How many stars can you stomach

Non mi basta più.

Non ci è voluto molto per riavviare il cuore. Il suo tocco leggero è stato abbastanza. Era dai tempi della morte di Roger che non mi riducevo in questo stato. Dopo la sua pelle sotto la mia. Dopo le sue vene a portare una carica esplosiva. Dopo le sue parole che mi rimbombano dentro come un missile in fase di lancio.

Cosa siamo, io e te?


Dopo che mi ha strappato il respiro, dopo che me lo ha rubato come un criminale meschino. Dopo che il suo cuore ha rischiato di venir frantumato da un proiettile anni fa. Dopo che una mira incerta ha salvato il resto della mia vita. Dopo che ogni volta che lo sguardo, ringrazio le coincidenze.

there stands the bottle
ladies and gentlemen
all these bottles
don’t have to tell you, friends
these days miracles
don’t come falling from the sky
raise your glasses to the doctor
to a stand up guy


Dopo il che suo corpo teso in una missione pietrificatrice ha saldato ogni giuntura nella mia testa. La bottiglia in una mano, i ricci stretti fra le dita dell'altra, annego nel mio stesso vomito, la testa nel cesso. Joe mi parla, là dietro. Lo sento appena, non mi importa.

Noi ti appoggiamo, non è un caso che sia tu la scelta per questo incarico, abbiamo una grande stima in te, io per primo.


Mi chiedo se Scott abbia perso la ragione ma mi piace pensare di no. Lo stomaco si rivolta di nuovo, questa volta per la sorpresa, mi sembra che un mostro ancestrale mi stia strappando le budella. Penso che questa sarà la volta in cui verrò risvoltata come un calzino, che il mio dentro tagliuzzato, sanguinante e marcio verrà appeso ad asciugare sotto il sole dei loro sguardi.

E' deciso, allora.

E' deciso, Cap'. Sceriffo. Cacciagreyskin. Indipendentista.

La sua donna.

Sei la mia donna.


Mi rimbomba nella testa più del dovuto. I conati si sciolgono lentamente, le budella la smettono di contrarsi. Il corpo si arrende, la lotta scema, i nervi sfiniti si accasciano su se stessi. Lascio la presa, mi lascio trasportare via dal giramento di testa soffice. Da domani dovrò essere la persona forte, responsabile. Di cui si potranno fidare. Scaccio i brividi e mi lascio scivolare sul pavimento, strigendo la bottiglia come un neonato. Sono solo le mie stesse braccia a cingermi, ma faccio finta che siano le sue. Immagino il calore con cui mi ha accesa. La sensazione esatta che ho provato in quel momento, la scintilla che ho raccolto con cura nel suo sguardo.

Non mi basta più.

Un poco muoio, dentro, mentre stringo fra i polpastrelli dei sogni impalpabili. Mentre rivivo la vita. Vedo un caffè in un giorno pieno di sole. Vedo verde vicino, sfuocato. Vedo la fine di tutti i sogni. Non è una muraglia distruttiva. E' come la foce di un fiume. Lenti, sfociano nella realtá.

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