mandag 2. april 2012

All the king's horses and all the king's men

Vattene.

Sono state le prime parole di Presta questa mattina. Per un secondo ho creduto che non mi riconoscesse. Poi ho capito, sapeva più che bene chi fossi. No, le ho detto. Resto almeno fino a quando Carl non muove il culo e viene a prendere il mio posto. Ha digrignato i denti e mi ha mandata affanculo. E' un inizio. Joe ed io ci siamo scolati una bottiglia mentre rimettevamo a posto la corazza della Shepard's Dream. Ora è sberluccicante e tutto quanto. Joe è un tipo a posto. Ha davvero uno zio nella Triade, tipo in alto nella Triade. Gli ho chiesto perchè non ci sta anche lui. Insomma, non vivrebbe un'esistenza tanto...misera. Lui ha ghignato ed ha detto di farmi i cazzi miei. Ho rispettato il suo punto di vista.

Sanno il mio nome. Il giorno in cui mi pianteranno una pallottola nella testa -perchè dovranno fare quello, per riuscire a portarmi via. Viva non ci riescono- non potrò nemmeno dirgli che non sapevo nulla. No, conosco le dimensioni esatte dell'oceano di merda che sto per affrontare con mia barchetta piena di falle. Ma non serve a niente. Nemmeno l'immagine del suo sguardo a pezzi -che ho disegnato più volte, per ricordarmela meglio- riesce a fermarmi le mani. Penso di essere affetta da un qualche complesso di ignoranza. Nel senso che guardo dall'altra volutamente, non me ne frega un cazzo. Mi impongo di ignorare. La guerra continua, e noi tiramo avanti. Stasera mi sono seduta nell'ufficio della fata smemorina con una bottiglia di bho e gli schemi di quel sistema SOS per accendere la miccia diretta a culo di Max. Mi sono serviti quattro dei tomi di Roger, che per fortuna sono più numeri che parole -e poi sono decorati con tutte le sue idiozie. Fantastico, ringrazio la bottiglia. E' fattibile, ma non dall'esterno. Dobbiamo essere sulla fottuta nave. Il che rende il fattibe pazzia. Devo tornare alla Almost Home. Dove cazzo è Carl.

[Aggiunta dopo,  con una penna diversa quasi vuota d'inchiostro ed una scrittura quasi illeggibile]

E' ora che io smetta di illudermi. Mi si presenterà al ranch, o nella sala macchine, ed in mano avrà il conto. Forse non oggi, o domani. Ma lo farà. Ci saranno tutte le domande. Lo considero la mia bolla di sapone, la mia fuga, la mia via d'uscita? Penso che lui ed il resto siano due universi separati? E' il mio segreto, lo sto usando? Perchè la guerra, se ho lui? Perchè non riesco a dirlo a Scott? A Culo di Chiodi? A Jack. Siamo sinceri, quello che temo non è essere appesa a testa in giù in sala macchine. Quello che temo è l'ombra di dubbio nel loro sguardo. Il loro sospetto che io sia una di "quelli". Quelli che non hanno le palle per arrivare fino in fondo. Quelli che quando si tratterà di scegliere fra lui e la causa avranno il fatale attimo di esitazione. Avrebbero ragione?

E' per questo che continuo a nasconderlo in fondo all'anima. Perchè inizio a temere che se se ne presentasse l'occasione, io metterei tutto in gioco per la mia puttana di Corona. Perchè devo aggiustare il 'Verse prima che qualcuno si accorga del fatto che mi si sta formando un nuovo sistema solare, dentro. Perchè il giorno in cui sarò costretta a rispondere a quella domanda, sarà finita. Ed io non voglio che sia finita.

Mai.

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