Questa è colpa dell'alcol, non è colpa mia, disse la donna che credeva nel fatto che gli uomini fossero responsabili per ogni singolo millimetro di universo. Un anno fa ero libera. Dormivo con la testa nella sabbia di Greenfield, cavalcavo Freak ed assaporavo il gusto all'aria del vento. Poi ho scelto diversamente, dopo notti fredde passate a farmi tormentare dalle bestemmie del fantasma di Roger. Mi urlava dietro che era da vigliacchi, far finta di non appartenere a questo mondo. A questo disastro. Che era patetico, pensare di non poter cambiare nulla. Io ho infilato il suo browncoat, troppo largo intorno alle spalle e dalle maniche troppo lunghe. Me lo arrotolo intorno alle mani e mi sembra che mi tenga ancora stretta nella sua morsa da pazzo.
Roger: Ricordati che qualunque cosa ti facciano, vale
la pena sfogarci un pugno. Sapere che la realtà è solida e gli stronzi
li puoi prendere a botte ti farà sempre sentire un po' meglio.
Eir: Non credo che valga per tutto. La realtà solida.
Roger: Questo lo puoi decidere solo tu.
(Si girano entrambi verso una Oldma dalle falle notevoli, ferita come un grande animale dalla guerra)
Eir: Non puoi pilotarla da solo, è una follia.
(Un attimo di silenzio. Il sorriso di Roger Monroe si deforma in modo strano. Sereno.)
Roger: ...Non vado lontano, non temere.
Abbiamo galoppato, ierisera. Con due anime in mezzo alle quali credo di essere me stessa. I due specchi dei miei mondi, il cervello libero e la coscienza. Le sorelle che non ho conosciuto, legata da tendini che non mi hanno mai attaccata a nessun'altra. I pezzi di cristallo che ho una dannata paura di urtare e spezzare. Almeno finchè non mi ricordo che non sono due pezzi di cristallo. Sono due diamanti puri, due rocce indistruttibili. Devono solo scoprirlo anche loro.
Roger: Eir
Zachary: Eir?
Roger: Eir.
Zachary: Sembra il nome di un revolver in saldo.
Roger: E' un nome antico, Rot.
Zachary: Se voglio un nome antico uso quello di mia nonna.
Roger: Non puoi odiarla fino a quel punto. E' solo una bambina.
Zachary: Secondo me finisce che ci manda tutto a puttane.
Roger: A puttane ci sei già andato da solo, senza che nessuno ti ci abbia mandato.
Zachary: Eh, vedi che ne è uscito.
Mi arrotolo il browncoat intorno ai pugni, e per quanto sia assurdo mi sembra di sentire il tuo abbraccio. Il tuo browncoat lasciato a prendere polvere in un buco a Cap City. L'angolo della tua bocca lasciato a prendere polvere ogni volta che non lo posso divorare. So quanto disprezzi quest'idea di violenza galoppante, di cambiamento, di teste montate per il miglioramento del 'Verse. Di fantasmi resuscitati solo per ammazzarli una seconda volta. So quanto odi le miglia nautiche di pensieri che ci separano. Lo so perchè le odio anche io. Potessi scegliere una cima sulla quale stare a godermi la caduta del sole questa sera, sceglierei quella che si è piegata ai tuoi piedi. Se dicessi che sei la mia bandiera, che faccio tutto per te mentirei. Non mento quando dico che ti amo. Non mento quando ti dico che voglio montare il mondo nuovo. Un mondo su cui arrampicarci insieme, per vedere l'orizzonte. Per scoprire che nemmeno quello è la fine.
Zachary: Cecilia Carter. (Voce dubbiosa)
Roger: Aye, Cecilia Carter.
Zachary: E smettila con quegli aye, non servono a niente. Sembri un professorino del cazzo lo stesso.
Roger: Sono, un professorino del cazzo.
Zachary: Sei il mio macchinista del cazzo, e perchè cazzo la devi chiamare Cecila Carter?
Roger: E la tua? Perchè la devi chiamare Oldma?
Zachary: In onore di mia nonna. Rispondi alla cazzo di domanda.
Roger: Ma se non sai nemmeno chi fosse tua madre.
Zachary: Rispondi alla cazzo di domanda.
Roger:
C'era una barca, su Whitmon. La vedevo ogni giorno ancorata a
Trenchbay, era stupenda. Mi immaginavo di rubarla e scappare.
Zachary:
E di chiamarla Cecilia Carter. La cazzata più grande che abbia mai
sentito. (Pausa. Lo sguardo lucido d'alcol si prende un po' di tempo per
studiarlo). Perchè non l'hai fatto? Perchè non l'hai rubata?
Roger: Perchè i sogni non basta fotterli. Bisogna costruirli.
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