tirsdag 17. april 2012

Diaries of the unknown

Mi sono seduta in camera, stamattina. Non ce l'ho più fatta. Ho tirato le tende, chiuso la porta, e scartato l'involucro. Il pad del greyskin. Ci è voluto un caricatore di respiri per prendere il coraggio ed accenderlo.

Roger: Medicina.
Rotten: Ti sei bevuto il cervello. Di nuovo.
Roger: Potrebbe essere un medico, un giorno. O un avvocato, od un cazzo di capitano di una heavy cruiser. 
Rotten: Cosa, fare il Chief non è abbastanza?
Roger: Non puoi negarle una cosa del genere. Ti odierà, il giorno in cui capirà quello che le hai tolto.
Rotten: Mi odierà per altre cose.

Mio padre ha sempre sostenuto fermamente che insegnarmi a leggere sarebbe stata una perdita di tempo. Che c'erano altre battaglie da combattere, più importanti. Che quello che serviva, lo potevi capire dalle parole della gente. Nella mia adolescenza l'ho odiato, per questo. Pensavo fosse solo un altro dei suoi modi per tenermi in gabbia. Più tardi ho provato l'orgoglio dell'ignoranza. Infine, mi sono arresa alla curiosità. La cosa che Rotten ha dimenticato privandomi della scrittura, sono stati i codici. Quelli che Roger mi ha servito in ogni salsa, sempre.


Credo che la mia ignoranza mi abbia aiutata, oggi. Senza la muraglia di una lingua conosciuta, il senso dei codici può agire libero. Trovare le risposte, in modo istintivo. Confermare con i numeri. Confermare con quegli impulsi universali che uniscono ogni anima elettronica.

Ho trovato delle frequenze, qualcosa di simile ai nostri contatti cortex. Immagino fra quelle ci sia il vecchio con cui stava litigando. Magari è suo padre. Magari è anche lui un bastardo cinico ed alcolizzato. Se lo è, non lo ha dato a vedere, però. Era pallidino, più che altro.

Ho scavato ancora, fra gli 01010101. Ho scavato fino ad intravedere cose nuove. Non c'era molto, il pellegrigia deve essere uno di quelli ordinati. Uno di quelli che scaricano e resettano le informazioni ogni sera prima di lavarsi i denti. Come dovremmo fare noi con la Almost Home. Sul pad, c'era il suo diario. E quel giorno, il giorno dello scontro, il giorno della fronte spaccata di Brogan, le informazioni raccontano cose che fanno raggelare il sangue. La nave era in missione di caccia. Ed avevano un randez vous con la nave madre.

La nave madre dei greyskin.  Devo controllare il respiro, di nuovo. Caricatore dopo caricatore. Le file criptate mi segnalano che c'è un'ultima briciola, nascosta nell'angolo buio. Mi rivelano la rotta per la nave madre.

Sono stata parecchie ore a fissare il soffitto, immaginandomi la nave madre. Mi sono alzata, ho tirato fuori il cacciavite, ho smontato al pod fino all'ultima vite. Non ho mai visto nulla del genere. Le schede elettroniche, i circuiti, le batterie. Simili ai nostri. Nessuno è uguale. L'ho rimontato con calma, in silenzio ateo. Sono tornata a fissare il tetto. Appoggio i palmi delle mani sulle orecchie per assicurarmi che il cervello non schizzi fuori. Mi serve un pilota.

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