Sono davanti a me. Alti, sottili, bianchi. Sembrano i dannati angeli di una religione che non è mia. Mi volto. La fronte di Brogan, spaccata come un melone maturo è a pochi centimetri dalla cloche. Penso che morirò. Penso che questo è un incubo. Penso che le leggende sono per i pazzi.
Mi sveglio, ed ho lui accanto. Il braccio è legato alle costole, la spalla fermata dal tutore. Cerco di muoverla, ed una fitta mi attraversa l'esistenza. I ricordi volano per aria, come trascinati da un tornado. Penso ai fratelli Bolton. Penso al mio braccio destro, senza il quale la Weyland è una barzelletta. Non potrò fare niente. Immagino che dovesse succedere qualcosa starò a guardare, sparando a caso con la sinistra, colpendo piú amici che nemici.
Ero in viaggio per Safeport. Dopo aver passato parecchie ore a tormentare Brogan con le mie grane, mi ero anche arresa e me ne stavo buona buona. Poi, lo sconvolgimento delle leggi della fisica. Ero in viaggio per Sunset Tower, per illustrare a Carl la grande merda che è. Ero in viaggio per urargli in faccia. Per dirgli che se davvero sparisce per due settimane, Presta non ce la fa. Ero in viaggio per ammazzarlo, credo.
Brogan non respira più. Odora di ferro, di sangue. Brogan è andato. Penso che morirò. Penso che questo è un incubo. Penso che le leggende sono per pazzi.
La voce di Patchou rimbomba fra le pareti del pod di salvataggio. Si confonde con le sue parole, dopo. Greyskin? Pirati? Greyskin. Greyskin? Si confonde con il mio ignorarlo. Con il mio silenzio. La mia consapevolezza che è pazzia. Si confonde con la sua manovra pazza. Il pod che impatta contro le casse. Il male. Le immagini sfuocate, il buio.
Riapro gli occhi e sono dentro i suoi. Dentro la sua precisione tremante, mentre mi rimette a posto. Con una mano affondata contro le mie ossa, ed un'altra al fondo dei miei pensieri. Mentre conferma il fatto che sono un'idiota. Mentre mi perdo lentamente, e mi sembra che ricucia pezzi di sè sotto la mia pelle.
Il ragazzo giovane mi guarda. Non capisco cosa dica, non comprendo le loro parole. E' peggio del cinese. Provo a parlargli. Provo ad arrendermi. E poi il suo tocco, mentre mi fionda nel Pod. Mentre mi salva la vita. I Greyskin non lasciano nessuno, per raccontare dei loro incontri. O forse, quelli che lasciano sono come me. Pazzi.
E' una guerra, eppure non trovo più nemici nel suo sguardo. Mi smonta la corazza pezzo dopo pezzo, e mi racconta che sono leggera. Mi ha rubato tutti i macigni che avevo dentro. Li ha gettati al vento. E' una guerra, ma non me la lascia combattere, mi disarma prima. Mi solleva, e sento l'odore del suo collo vicino. Ringrazio il mio indice per non aver premuto il grilletto.
Sono passate parecchie ore. Intorno, solo il buio, a perdita d'occhio. Sto contemplando l'assenza di orizzonti, e per un istante sento la calma nelle mani, mentre mi punto la canna alla tempia. So che non c'é speranza. Non credo di resistere un'altro giorno così. La consapevolezza che ancora qualche ora, e poi finirà tutto. Non lo rivedrò più. Nemmeno i pazzi vivono per raccontare la leggenda.
Muto mi ha salvato la vita. Patchouli mi ha salvato la vita. Eleazar mi ha salvato la vita. Una manovra disperata, il pod che supera il portellone della Monkey come una dannata palla da Pyramid. E riapriamo gli occhi. Siamo ancora tutti vivi. La leggenda dei pazzi siamo noi.
Fisso i suoi occhi. Come se fossero stati scolpiti nella mia corteccia cerebrale. Non c'è niente di minaccioso. E' un tocco gentile, una spinta cauta, quella che mi salva la vita. Penso che forse non morirò. Penso che questo è un incubo. Penso che le leggende sono per pazzi.
Devo aver detto un sacco di stronzate, mentre Eleazar mi apriva la spalla, perchè oggi Patchou mi ha guardata in modo strano. Non ricordo bene. Credo che avesse a che fare con Roona. Sono sicura, del fatto che avesse a che fare con Roon. Avrebbe dovuto cucirmi la bocca, El, mentre c'era.
Un nuovo segreto. O forse solo una nuova cassaforte piena di incubi. Qualcosa che non ho il coraggio di rovesciare addosso a nessuno. Fisso Roon e mi sento affondare il cuore di qualche altro metro. Voglio seppellire tutti miei segreti sotto il suo sguardo. Le dico che parto per Safeport. Deve essere la soluzione migliore. Con la spalla ridotta così sono inservibile. E Carl sta levando le tende. Presta ha bisogno di me, nonostante se ne dimentichi ogni cinque minuti. Potrò passare le giornate a raccontarle dei Greyskin. Again, and again, and again. Senza che lei mi dia della pazza. Tempo che sollevi il pad per chiamare il dottore, e si sarà già dimenticata tutto.
Mi alzo piano, sta ancora dormendo. Penso ai frammenti di quello che è successo. E' dannatamente difficile rimettere tutto insieme. Sfioro il browncoat. Penso che le leggende sono per pazzi. E nella tasca, la mia mano sinistra trova un qualcosa di solido. Un pad, uno che non assomliga a niente di ciò che ho mai visto. Il pad del ragazzo dai capelli bianchi. Tutto torna, come una valanga paurosa. Ogni dettaglio. Ogni secondo, tutto cronologicamente ordinato. Stringo con più forza il pad. I greyskin mi hanno salvato la vita. Ed io so che è vero.
Rimetto il pad dov'era, nella tasca del mio coat sacro. Chi mi conosce non lo tocca. E chi non mi conosce, se ci dovesse provare, ci lascierebbe le dita.
Mi siedo accanto a lui, ai suoi occhi chiusi pieni di ciocche arruffate. Le scosto piano, cercando di sfiorare il suo mondo dei sogni. La realtà sta traballando, di brutto. La consapevolezza di cosa è vero e cosa no. Sento il suo respiro nelle dita. E' tutto ciò che serve.
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