tirsdag 21. mai 2013

Patient love





La notte si dissolve lenta, minacciata dai raggi taglienti dell'alba. Le labbra spaccate dal rosso del vino, gli occhi pestati dall'amore. Eir Sterling, seduta sotto l'albero, fissa gli ultimi ubriachi esibirsi in danze sconnesse. Sono lontani, nascosi dall'erba alta, protetti da archi di nastri bianchi e fronde verdi. Fissa suo marito sdraiato nell'erba, il petto magro che sembra alzarsi ed abbassarsi con gli ultimi strattoni disperati di musica, ombre che scivolano lungo la pelle, la camicia completamente sbottonata ed abbandonata ad entrambi i lati. Sul suo torace, sul suo ventre, una serie di petali bianchi disposti in una specie di mappa, una sorta di costellazione. 

-..Lo skyplex.
Ritter alza appena il capo per guardare i petali, tentando di interpretare i meccanismi perfetti di una mente illogica oltre la coltre di euforia e di alcol. Con una prontezza degna di Cecilia, Sterling gli applica un indice sulla fronte e lo costringe indietro, la nuca contro la terra calda di Tauron.
-Aye, lo skyplex. Conferma. Sfiora la quarta costola dal basso, posizionandovi un nuovo tassello. E questa è Safeport.
Sposta le mani e le dita lungo linee immaginarie, tracciando, come binari dal nulla, scie di brividi. Addenta un sorriso discreto, piazzando un nuovo petalo sulla sua gola.
-Fermo. Intima, quasi che gli stesse cucendo addosso un abito su misura. Questa è Corona.
Accoglie il sospiro, la scivolata laterale dello sguardo. Le dita sfiorano il suo mento, riaccompagnandone il volto verso di sè, gli occhi verso i propri.
-..Non può mancare niente. Immagina strappassero le pagine iniziale ad uno dei tuoi libri.
-Di certo tu non saresti la prima ad accorgersene.
Sterling soffoca una smorfia indolente e la tentazione di piantargli il ginocchio nel fianco.
-Immagina che non sapessi come inizia. Mormora, disponendo, a specchio, un altro petalo sullo sterno. Questa è l'Oldma. 
Si ferma. Gli occhi nei suoi. Gli distende le braccia verso l'esterno, percorrendone l'interno con i polpastrelli. Lungo le linee blu, lungo gli scavi verso il buio, nell'incavo del braccio, abbandona un petalo. Lo fissa negli occhi, non ha bisogno di spiegare cosa sia. Non è una mappa cronologica. Se qualcuno spiasse dall'alto, potrebbe vedere cerchi di petali disegnarsi sconnessamente sul corpo di Ritter, una spirale il cui epicentro invisibile è il cuore.
Un nuovo petalo è piazzato con precisione sull'ombelico. Nell'espressione di Sterling c'è qualcosa di ferito, di antico, di ricucito, di riparato.
-Il ranch.
L'angolo della bocca vibra in un sorriso incerto. Inghiotte una boccata di vuoto, ma non lascia che il piombo dei ricordi spezzi la spina, lo sguardo incantato sulla persona che ha deviato nella direzione giusta ad ogni bivio, tracciando catene di casualità, e poi di scelte. Di scelte dopo scelte. Più i petali s'avvicinano al cuore, circondandolo come una fortezza sotto assedio, più si tratta di scelte. Petali per le navi, per la Almost Home, la Monkey Wrench. Per Cecilia Carter e l'Hyperion. Per le confessioni, per la verità obbligata, per il metallo contro la tempia, per la ferita ricucita, per il pod di emergenza, per le urla. Ne fissa le labbra, gli occhi tirati a lucido dal susseguirsi di vicendevoli colpi al cuore. Le valvole cardiache pronte con l'olio bollente.
Nei dintorni del fossato inziano ad apparire persone. Anya. Roona. Le dita possono percepire, ogni volta che appoggiano, sotto gli strati di pelle e di costole, il battito chiaro, limpido, lo sforzo dei polmoni per non creare un terremoto che distrugga l'intera opera. Cox, Culo di Chiodi. Joe Black. Polly. Si avvicina, ricomponendo malamente la rosa da cui i petali sono stati strappati.
-Patchouli. Jack.
L'ultimo petalo che regge è esattamente sopra l'organo vitale. La mano freme appena, il volto scosso da una risata nervosa che tenta in vano di celare gli specchi lucidi degli occhi. L'appoggia con delicatezza, le labbra mimano il nome di Cecilia, specchiando quelle di Ritter. Connessi da una scintilla.
Quando lui fa per rialzarsi, lei apre la mano. Non ha finito. Deve fare attenzione al vestito, mentre ne scavalca il corpo e gli si sdraia sopra, i corpi a combaciare quasi perfettamente. Costole contro costole, un cuore per parte, le braccia contro le braccia, il viso sul suo. A stringere fra sé un cuore dentro una rosa dentro ad un forte dentro ad una mappa del senso -o mancanza di tale- perfetto della loro vita.


Got a pinch of tobacco in my pocket
I'm not gonna roll it, no, I'm not gonna smoke it
Till we're staring at the stars and the rockets
Twinkling in the silvery night
Two sips of whiskey in the flask
But I'm not gonna drink 'em
I swear I'll make it last
Till we're drinking out of the same glass again


And though the sand may be washed by the sea
And the old will be lost in the new
Well four will not wait for three
For three never waited for two
And though you will not wait for me
I'll wait for you

Got a Polaroid picture in my wallet
I'm not gonna tear it, no, I'm not gonna spoil it
It's an unspoken heartbreak
A heartbroken handshake
I take with me where I go
Three words on the tip of my tongue
Not to be spoke nor sung
Or whispered to anyone
Till I scream 'em at the top of my lungs again

And though the sand may be washed by the sea
And the old will be lost in the new
Well four will not wait for three
For three never waited for two
And though you will not wait for me
I'll wait for you

Oh, whoa
And, oh, oh, oh
I'll wait for you
Oh, whoa
And, oh, oh, oh
And I'll wait for you
Oh, oh

Got a pinch of tobacco in my pocket
I'm not gonna roll it, no, I'm not gonna smoke it
Till we're staring at the stars and the rockets
Twinkling in the silvery night


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