torsdag 23. august 2012

The heart of life

I hate to see you cry
Lying there in that position
There's things you need to hear
So turn off your tears and listen

I giorni scorrono fra le dita con la stessa liquidità vellutata dell'Hudson River. Il cuore è la sabbia sul fondo, sbriciolato dai colpi, dimenticato. Ogni tanto lo caplesto, giusto per sentirlo sotto le piante dei piedi. Ho dimenticato la sua voce, El. Ho dimenticato la voce di Presta. Le danno due settimane. Ho avuto mesi, ed ora i giorni si raggrumano contro il collo della clessidra e vengono risucchiati dal vortice accelerato della paura. Ho paura perchè fino ad ora è stata un fantasma presente. Un'ombra, una continuazione pacifica di un passato buio, appiccicoso. Il giorno in cui sparirà, porterà via un intero mondo con sè. Tutti i miei ricordi. Tutti i nostri piani. Non sono pronta.

Mi addestro alla perdita. Lascio il ranch. Non ce la faccio più. I viaggi strattonati, il senso di colpa, le bugie. Non ce la faccio più. Non posso più mentire a Roon. Roon che mi salva con ogni sguardo, che mi raddrizza, che mi trattiene. Roon che con il mio pugno fra le mani soffoca la violenza e mi apre gli occhi. Il ranch non ha più bisogno di me. Roon non ha più bisogno di me, non nello stesso modo. Dovresti vederla. La ragazzina stanca, ferita di qualche mese fa è scomparsa dai suoi occhi. C'è qualcosa di nuovo. Qualcosa di forte, di sicuro. Eterno. Non ha solo trovato l'amore. E' qualcosa di più. Ha trovato la via di casa. Si è lasciata dietro la paura. Mi dico che ci sarò, per lei. Che non la lascerò, che avremo per sempre quello che abbiamo avuto. La realtà è che tutto ciò che siamo è costruito su fondamenta marce. Omissioni, silenzi, bugie, segreti. Ci siamo perse quel primo istante. Quella prima volta in cui ho taciuto per proteggerla. E la volta dopo, e la volta dopo ancora. Voglio sbagliarmi. Voglio che la sincerità non sia un prerequisitio per il raggiungimento del cuore delle persone, per un amore puro, limpido. Voglio rinchiudere i mostri in una cella sotto il pavimento del mio cervello.

Avrei potuo scendere dalla Almost Home per sempre, dice Quinn. Scegliere la vita. La mente dietro le sbarre, non è vita. Alla fine, quando starò lottando contro il collo della mia clessidra - e lotterò, fino alla fine, tu lo sai- voglio farlo con la consapevolezza di aver dato tutto. Fatto tutto. Giusto e sbagliato si fondono. Ragione ed errore non sono che linee tracciate a matita, bombardate da gocce di pioggia. Abbiamo perso la nostra umanità tanto tempo fa, El. L'abbiamo persa quando abbiamo iniziato a pensare.

Ho perso Quinn. L'ho persa per sempre. Le ho dato tutto, ma non la vita. Le nostre parole affollano la mia testa si aggrovigliano, si scontrano con le ossa, con la corteccia. Finiscono per dissolversi. Non hanno più importanza. Avevamo un mondo di cose non dette, pensieri bui, paure, speranze. Erano al sicuro nelle cassaforti delle nostre menti. Li contrabbandavamo fra sguardi e mezze parole, sorrisi accennati e gesti invisibili. Sono stati al sicuro finchè non ci siamo scassinate a vicenda. Le nostre anime sono colate addosso alla realtà, si sono solidificate. I nostri mondi si sono allontanati alla velocità della luce. La ragnatela intrecciata dei nostri silenzi è stata strattonata fino alla fine. Fino allo strappo. Ricopro la metà aperta della mia testa con sale e sabbia. Non la guardo. Ho paura di scoprire che non c'è più nulla che valga la pena di salvare. Ho paura di scoprire che una scelta può chiudere le porte di un universo. Che più gli anni passano, più pezzi di noi ci lasciamo dietro. Dietro ogni porta chiusa, dietro ogni mondo a cui abbiamo rinunciato. Pezzo dopo pezzo le nostre scelte ci smantellano, fino ridurci al nulla.

Ti aspetto, El. Ti aspetto sempre, ti aspetterò sempre. Ho le mie radici affondate dentro noi. Sei l'ultima porta. L'ultima porta prima del nulla.

Pain throws your heart to the ground
Love turns the whole thing around

No, it won't all go the way it should
But I know the heart of life is good 


mandag 13. august 2012

My solid ghost

Ti prenderà un colpo, quando tornerai. Ho tappezzato la cabina di tutte le lettere che non sono riuscita a mandarti. La mia, cabina. Ti prenderà un colpo. Non sono cambiata. Sono sempre meno alta di te, ma più di Quinn. Mangio a volte, mi ricordo sempre di bere.

L'inverno è finito, El. E' durato una primavera ed un'estate. Eravamo al covo, su Safeport. Jack ed io abbiamo parlato tutta la notte. Delle nostre infinite battaglie, della nostra guerra senza fine. Del coraggio, della morte. Del passato che ci rincorre e si aggrappa alle nostre caviglie. Dei passi falsi, e di tutto ciò che è vero. Mi sono seppellita di lavoro, ho passato ore ed ore nella sala macchine. Per settimane non ho visto altro che i volti di Polly e Jack. Stare con loro mi fa bene. Mi fa sentire a casa. Polly ha uno strano modo di sorreggere le mie torri di fiammiferi. Di spiegarmi che non è mai tutto perso. Mai.

Ho passato così tanto tempo sulla Almost Home da deludere Roona. L'ho lasciata sola, ho preteso troppo dal tempo. Non c'è tempo, non ce n'è mai abbastanza. Quando ce ne sarà abbastanza per noi? Ci ho parlato, con Roona. Ho capito cose di lei che mi fanno venire voglia di prendere il 'Verse a schiaffi fino a calmarne le urla. C'è sempre stata, Roon. Quando ero sbronza e mi leccavo le ferite della guerra contro di te, e quando da sobria avevo una pallottola vera conficcata nella schiena. C'è sempre stata. E' ora che ci sia anche io. L'ho capito lentamente. Mi ci è voluto il massacro della lontananza e quello della mancanza, per capirlo. C'è una luce strana, nei suoi occhi. Qualcosa di nuovo. L'ho notato oltre alla nostra coltre di problemi. C'è qualcosa di nuovo.

Sono sotto la quercia con Quinn. Se ne va di nuovo. Non so cosa ci sta succedendo. A volte mi sembra di perdere il filo della storia. Di non capire più cosa sia vero e cosa no. A volte immagino che tutte le scelte che ho fatto siano solo un sogno, e che al risveglio starò ancora galleggiando nel limbo della pura e limpida incertezza. Decido di difendere la nostra terra, perdo Quinn. Decido di difendere la nostra terra a modo nostro, perdo Quinn. Decido di seguire Jack, perdo Quinn. Scelgo Jack, perdo Quinn. E' strano, allora, che una mattina, per la prima volta da quando ci siamo conosciute, mi sveglio prima di lei - siamo sotto la quercia- apro gli occhi e la fisso, e non mi sembra cambiato assolutamente nulla.Sento ancora la sua presenza nella mia testa, sento ancora la sua vicinanza come un qualcosa di irrinunciabile, indistruttibile. Impermeabile alla pioggia degli eventi, del tempo, dei disastri. Ma le nostre anime sono fosse di ferro. Temo il tempo della ruggine.

Sono stata nella tua stanza. Montezuma mi guardava male, mentre rimettevo tutte le tue cose negli scatoloni. Libro dopo libro. Le lettere. I fogli sparsi, i nostri respiri. Mi sono portata via tutto, persino i graffi. Prima di richiudermi la porta dietro, ho fissato per qualche istante il tuo letto. Ci sono tornata, mi ci sono seduta. Una molla partita qua e là. Il cigolìo lieve, familiare. Le lenzuola ancora impregnate del tuo odore. Ho portato via anche quelle. Ora sono seduta nella cabina, Montezuma continua a fissarmi con aria confusa. Mi sembra di specchiarmi nei suoi occhi. Non so cosa dirgli. Mi sono quietata, mi sono abituata alla tua assenza allo stesso modo in cui si familiarizza con i buchi lasciati dai dispersi. Sempre con quella punta di speranza crudele, tragica. So che tornerai. Lo so perchè me lo hai promesso. E ci sono poche cose in cui creda, in questo 'Verse. Tu sei una di quelle. Mi sono abituata alla presenza del tuo fantasma solido. Ogni tanto mi sembra di vederti, un'ombra più spessa nel buio. A volte mi sembra di vederti, mentre ti volti lentamente verso di me, fra le lenzuola del mio letto, e mi sussuri che mi ami. C'è stato un tempo in cui pensavo che non l'avresti mai detto. Poi mi sfiori le labbra con le tue. E restiamo lì, in silenzio.