28 Dicembre 2510, Hera
-Don't look.
Soffia Roger Monroe, dopo che hanno trascinato Eir Sterling calciante via dal corpo di suo padre.
-FIGLIDIPUTTANA!
Lei non è in sè. La furia ha trasceso le membra. Non sono lacrime, sono urla. Non è rabbia, è dolore. Quello finale. Quello che provi nel momento in cui lo specchio dell'infanzia si infrange e tu ci ti tagli le dita. Perchè puoi vedere Tom Haynes cadere sotto i colpi e stringere le mascelle, ma quando è tuo padre a crollare in ginocchio tenendosi il pube sanguinante, la gola aperta da una cartuccia di sledgehammer, e nello sguardo la fierezza di chi non cederà al male fisico nemmeno nell'ultimo istante, il mondo esplode.
-Don't look! Ringhia Monroe, piazzandole una mano sugli occhi e tirandola via, mentre il corpo freddo di Zachary Sterling viene trascinato a bordo, mentre la Oldma a motori caldi si prepara al decollo più rapido della storia. Roger la trascina fino in sala macchine, e ve la sbatte dentro. Chiude la porta a chiave. Non c'è tempo per pensarci. Si allontana, gli occhi implosi di lucido, respirando a fatica, barcollando, mentre le urla si mischiano ai pugni sul metallo, ai rimbombi disperati.
29 Dicembre 2510, Outer-Rim safe route 225-PRS-101
Roger Monroe apre la porta della sala macchina. Il paesaggio è stato trasformato. Un paio di deck sono rovesciati. Una porzione di griglie è stata scassata a calci, ed è un pericolo serio per la sicurezza della nave. Eir Sterling è accovacciata in un angolo, le spalle tremanti, un mignolo spezzato, i lati delle mani scorticati. Nella destra stringe una bottiglia quasi vuota di scotch. Il suo alito è appesantito dall'alcol, lo sguardo è vacuo. Roger le si avvicina, le si siede accanto.
-Non lascerò mai che ti succeda nulla.
Eir ascolta. Un angolo della sua bocca si solleva appena.
-Adesso?
-Continuiamo a combattere.
-Fucking hell.
Si passa le mani fra i ricci, prendendo un lungo respiro.
-Nay. Io scendo a Safeport. So long.
Roger si sporge e le leva la bottglia di mano. Eir sforza un sorriso patetico.
-Scendo lo stesso.
-Ne riparleremo quando sarai abbastanza decente da essere sobria e rispettare la presenza del corpo di tuo padre nella cabina accanto.
-Lui avrebbe fatto lo stesso. Don't look, right?
-L'uomo che abbiamo portato via da Hera non era tuo padre. Era un corpo macellato dall'Alleanza.
-E la differenza, ora…?
-Adrian l'ha ripulito. Devi dirgli addio.
-Dubito che mi senta.
-…per te.
-Fottiti. Vai via.
-Eir..
-VIA!
Gli urla in faccia, i tratti del viso deformati dalla sbronza, dal dolore. Roger si alza. La fissa. Tira la bottiglia a terra, con un gesto così furioso da stonare completamente con la disperazione pacata che porta negli occhi. Gira sui tacchi. Esce. Briciole di vetro.
29 Dicembre 2510, Outer-Rim safe route 225-PRS-101
Roger Monroe apre la porta lentamente. La vecchia cabina di Zachary Sterling è stata svuotata, al centro di essa solo la branda allestita a letto mortuario. Eir è in piedi, la schiena poggiata contro la parete metallica. Gli occhi verdi, bruciati dalla sbornia e dall'insonnia, sono fissi sul volto freddo di suo padre.
-Forse stiamo sbagliando tutto.
Mormora lei, dopo un lungo istante di silenzio.
-Forse ha ragione il generale Witterman. La resa è l'unica.
Incalza. Roger scuote il capo lentamente.
-Se ti sentisse ti spaccherebbe il culo.
-Ma non mi sente. E' morto. E' morto perchè dei figli di puttana avevano il culo troppo largo per farsi bastare un pianeta. Checcazzo. Vogliono la nostra merda?
Gli occhi frugano oltre la nebulosa che nasconde Safeport alla vista.
-Che se la prendano. Che se la prendano tutta, la nostra merda.
-Eir.
-Si.
-Non c'è tempo per.. Dovremo lasciarlo a Hunter.
-Le fosse.
-Aye.
Le dita di Eir subiscono un tremito più convulso. Si scolla dal muro, si avvicina al corpo di suo padre, si ferma su di lui. Ne carezza la fronte fredda, lentamente. Gli occhi chiusi gli conferiscono quella sobrietà calma e pacifica che non gli ha mai visto addosso da vivo. Si china a sfiorarne il volto con il proprio. Nell'orecchio sussurra, inudibile a Roger
-Rialzati.
Rialzati.
Rialzati.
Rialzati.
Rialzati. Rialzati. Rialzati.
Ciò che abbiamo fatto ha l'incredibile potere di non abbandonarci mai.
[ Le promesse hanno cinque dita per mano ed un cuore che batte così forte da annullare l'idea di realtà.]
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