St. Andrew, novembre 2514
Eir Sterling li guarda allontanarsi dalle navi. Tutti. Le spalle di Red scompaiono oltre la coltre che si deposita placida sugli strati di neve del passato. Esce, sputando dalle labbra nuvole di vapore denso come la crema. Si arrampica sull'ala, appoggia la schiena contro il metallo familiare. La luna vibra sotto i fiocchi in caduta lenta. La neve copre tutto. Copre il sangue, le colpe, la crudeltà. Dietro di loro, il fumo, il fuoco, le urla. Davanti, Icewolf, e la gente ubriaca che festeggia la prima vittoria dall'Exodus Day a questa parte. Serra le labbra secche, livide, fredde. Le ciglia piene di neve, come ragnatele gelate. Le spalle tremano.
Tre anni. A tre anni Sterling era rannicchiata in un angolo della sala macchine dell'Oldma, intorno a pareti di metallo roventi, sicure. Vibravano, e quello era il rumore del 'Verse in movimento intorno a loro. I parsec di distanza dagli obiettivi. La felicità non era mai stato un obiettivo.
A tre anni, Eleazar Ritter vagava per i corridoi vuoti di una gabbia di cristallo, scorgendo bellezza in ogni riflesso, osservando il gelo nelle venature di marmo. Nessuna gabbia era mai stata così bella, così pura.
Bogart si arrampica sull'ala. In silenzio. Cinge una bottiglia di scotch che alleggerisce, sorso dopo sorso, ignorando le occhiate di astio fraterno di Eir. Le si siede accanto.
-Andata.
-Si.
Lei si stringe in un abbraccio indipendentista. Solo per se stessa. La neve si incastra fra i ricci ribelli.
-I bambini.
-Si.
-...
-Fottuti bambini viziati.
Gli occhi verdi, limpidi, scivolano di lato. Si rifiutano di consegnarsi.
Nove anni. A nove anni Eir Sterling sapeva che fra le griglie di contenimento ed i propulsori devono esserci ventiquatto centimetri, e tre tipi di sicura. Ognuno ha un modo diverso per essere attivato, e tre modi di disattivazione. A nove anni era pienamente conscia del fatto di essere una figlia di puttana, perchè suo padre, specie dopo una bottiglia di Saint's Blood, si premurava sempre di ricordarglielo.
A nove anni, Eleazar Ritter sapeva esattamente cosa fosse il gelo. Lo aveva osservato in ogni sua forma, lo aveva indossato, se lo era iniettato nelle vene, lo mangiava cautamente a cena, seduto ad una tavola troppo grande per poter osservare gli angoli della bocca di sua madre piegarsi in un sorriso livido, stanco, triste, pieno di fragole. Fragole.
Eir Sterling fissa il rum. Deglutisce.
-Lì c'erano il nuovo Morris. La nuova Shepard. Il nuovo Fyre. E' solo questione di anni, e di educazione. Meglio morti che bestie. Meglio morti, che assassini.
Assassini. Gli occhi verdi sono fissi in un punto imprecisato fra i fiocchi. Le spalle fremono più vistosamente. Quando Bogart tenta di poggiarle il braccio sulle spalle si sfila con un movimento ispido, aggressivo.
-Fuck off. Sto benissimo.
Dodici anni. A dodici anni, Eir Sterling sapeva che il Mauler può essere impostato su una modalità di fuoco automatico, o semiautomatico. Che i proiettili superano la carne e le ossa, ma che quelli perforanti riescono addirittura a trafiggere il metallo. Che dopo che smetti di respirare ed essere presente con la testa, non sei più nulla. Ed il nulla è una cosa dannatamente difficile da immaginare.
A dodici anni, Eleazar Ritter vagava per le aiuole infinite respirando aria filtrata, osservando i futuri di plastica che gli venivano presentati. Fuggiva nella soffita impalpabile attraverso una scala a pioli fatta di tasti di pianoforte. A dodici anni, Ritter non era nè un assassino, nè una bestia, e tantomeno un Corer. Solo un bambino.
Eir Sterling si alza, lasciando Bogart solo con il suo rum. Scende dalla nave, si stringe nel coat, si allontana sotto la luce della luna, sotto la neve, sopra la neve. Canta, a voce bassa, a voce roca. Il freddo soffoca ogni cosa. Ogni cosa.
A trentun anni, Eleazar Ritter è la persona che ama.
A trentatrè anni, Eir Sterling è la persona che deve perdonare, od ammazzare.
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