Ti prenderà un colpo, quando tornerai. Ho tappezzato la cabina di tutte le lettere che non sono riuscita a mandarti. La mia, cabina. Ti prenderà un colpo. Non sono cambiata. Sono sempre meno alta di te, ma più di Quinn. Mangio a volte, mi ricordo sempre di bere.
L'inverno è finito, El. E' durato una primavera ed un'estate. Eravamo al covo, su Safeport. Jack ed io abbiamo parlato tutta la notte. Delle nostre infinite battaglie, della nostra guerra senza fine. Del coraggio, della morte. Del passato che ci rincorre e si aggrappa alle nostre caviglie. Dei passi falsi, e di tutto ciò che è vero. Mi sono seppellita di lavoro, ho passato ore ed ore nella sala macchine. Per settimane non ho visto altro che i volti di Polly e Jack. Stare con loro mi fa bene. Mi fa sentire a casa. Polly ha uno strano modo di sorreggere le mie torri di fiammiferi. Di spiegarmi che non è mai tutto perso. Mai.
Ho passato così tanto tempo sulla Almost Home da deludere Roona. L'ho lasciata sola, ho preteso troppo dal tempo. Non c'è tempo, non ce n'è mai abbastanza. Quando ce ne sarà abbastanza per noi? Ci ho parlato, con Roona. Ho capito cose di lei che mi fanno venire voglia di prendere il 'Verse a schiaffi fino a calmarne le urla. C'è sempre stata, Roon. Quando ero sbronza e mi leccavo le ferite della guerra contro di te, e quando da sobria avevo una pallottola vera conficcata nella schiena. C'è sempre stata. E' ora che ci sia anche io. L'ho capito lentamente. Mi ci è voluto il massacro della lontananza e quello della mancanza, per capirlo. C'è una luce strana, nei suoi occhi. Qualcosa di nuovo. L'ho notato oltre alla nostra coltre di problemi. C'è qualcosa di nuovo.
Sono sotto la quercia con Quinn. Se ne va di nuovo. Non so cosa ci sta succedendo. A volte mi sembra di perdere il filo della storia. Di non capire più cosa sia vero e cosa no. A volte immagino che tutte le scelte che ho fatto siano solo un sogno, e che al risveglio starò ancora galleggiando nel limbo della pura e limpida incertezza. Decido di difendere la nostra terra, perdo Quinn. Decido di difendere la nostra terra a modo nostro, perdo Quinn. Decido di seguire Jack, perdo Quinn. Scelgo Jack, perdo Quinn. E' strano, allora, che una mattina, per la prima volta da quando ci siamo conosciute, mi sveglio prima di lei - siamo sotto la quercia- apro gli occhi e la fisso, e non mi sembra cambiato assolutamente nulla.Sento ancora la sua presenza nella mia testa, sento ancora la sua vicinanza come un qualcosa di irrinunciabile, indistruttibile. Impermeabile alla pioggia degli eventi, del tempo, dei disastri. Ma le nostre anime sono fosse di ferro. Temo il tempo della ruggine.
Sono stata nella tua stanza. Montezuma mi guardava male, mentre rimettevo tutte le tue cose negli scatoloni. Libro dopo libro. Le lettere. I fogli sparsi, i nostri respiri. Mi sono portata via tutto, persino i graffi. Prima di richiudermi la porta dietro, ho fissato per qualche istante il tuo letto. Ci sono tornata, mi ci sono seduta. Una molla partita qua e là. Il cigolìo lieve, familiare. Le lenzuola ancora impregnate del tuo odore. Ho portato via anche quelle. Ora sono seduta nella cabina, Montezuma continua a fissarmi con aria confusa. Mi sembra di specchiarmi nei suoi occhi. Non so cosa dirgli. Mi sono quietata, mi sono abituata alla tua assenza allo stesso modo in cui si familiarizza con i buchi lasciati dai dispersi. Sempre con quella punta di speranza crudele, tragica. So che tornerai. Lo so perchè me lo hai promesso. E ci sono poche cose in cui creda, in questo 'Verse. Tu sei una di quelle. Mi sono abituata alla presenza del tuo fantasma solido. Ogni tanto mi sembra di vederti, un'ombra più spessa nel buio. A volte mi sembra di vederti, mentre ti volti lentamente verso di me, fra le lenzuola del mio letto, e mi sussuri che mi ami. C'è stato un tempo in cui pensavo che non l'avresti mai detto. Poi mi sfiori le labbra con le tue. E restiamo lì, in silenzio.
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